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  • Il Tuo Spazio Musicale a Lucca

    Una Nuova Realtà

    Da un’idea mia e di Olga Narducci, insegnante di canto, nasce “Il Tuo Spazio Musicale” a Lucca, un laboratorio musicale dedito all’insegnamento della musica, del canto moderno e del pianoforte.

    Dopo anni di insegnamento in diverse realtà abbiamo sentito la necessità di creare qualcosa di nuovo, di più fresco e distante dalle realtà a cui eravamo abituati e così, colta l’occasione al volo, abbiamo unito le forze e tirato su un qualcosa che rispecchiasse di più la nostra visione della musica e, soprattutto, della didattica .

    Abbiamo a disposizione due sale di circa 15mq adatte alle lezioni sia individuali che di gruppo e per i workshop che organizzeremo a cadenza regolare dotate di strumentazione, lavagna e proiettore.

    Dove Siamo

    Il laboratorio si trova all’interno della scuola Lym Academy ma ne è indipendente per quanto riguarda l’attività didattica, logistica e burocratica nonostante le due realtà agiscano in sinergia per la creazione di eventi e spettacoli in un clima di reciproca collaborazione, intesa e crescita umana e artistica.

    Tutto questo in una zona facilmente raggiungibile sia con i mezzi che a piedi e poco fuori dalle mura urbane della città di Lucca.

    Vieni a trovarci!

    Il tuo spazio di musica- Sala A
    Sala A
    il tuo spazio musicale- Sala B
    Sala B

  • The Tale of the Rainbow

    “Te lo sapevi che la storia della pentola degli gnomi se l’è inventata proprio l’Arcobaleno per prendere in giro la gente?”
    “Ma come? a me avevano detto che lo aveva fatto perché si sentiva solo e aveva inventato tutto per attirare le persone e fare amicizia…”

    L’oste versò ancora della birra nel boccale, si strofinò la barba e disse soltanto “Siete entrambi in errore, la verità è che…”

    The Tale of The Rainbow è una composizione per Quartetto d’Archi divisa in tre movimenti. Ho scelto una formula più classica rispetto alle cose che scrivo di solito anche se non mancano parti armonizzate in maniera più moderna come l’utilizzo di quartali o cadenze dissonanti vicine al jazz.

    Non sono mai stato un grande amante del quartetto d’archi; solitamente li utilizzo come background per ensemble più ampi, tuttavia ho voluto provare a scrivere un pezzo intero per una formazione di questo tipo e, devo dire, mi sono divertito e ho anche un po’ cambiato idea. Per cui ne scriverò sicuramente altri.

    Qua sotto il link di youtube con la realizzazione virtuale della composizione.
    Dal link si può accedere alla pagina di Musescore e, volendo, scaricare tutta la partitura gratuitamente

  • Someday my prince will come

    Qualche settimana fa ho scritto un breve arrangiamento per “Someday my prince will come”, celebre brano di Frank Churchill presente nel fil della Disney “Biancaneve e i Sette Nani”

    Visto li carattere jazzistico del pezzo ho pensato di farne una versione più swingata per un quartetto di fiati (due Flauti, un Oboe Clarinetto e un Clarinetto in Bb) e un quartetto d’archi (due Violini, Viola e Violoncello) sostenuta da una batteria, un contrabbasso jazz e un pianoforte.

    Dapprima ho riscritto la melodia sul pentagramma per poi riarmonizzarla per pianoforte. Ho mantenuto l’armonizzazione presente nella partitura del Real Book anche se poi, in fase di orchestrazione, ho rigirato qualcosa per dargli un effetto più personale.

    Successivamente ho trasferito le voci, per come le ho pensate, agli strumenti selezionati, cambiando qualcosa qua e là per renderlo più ascoltabile e muovendo le varie parti in modo da creare contromelodie così da non rendere il pezzo statico ma, anzi, vario e movimentato.

    Qua potete ascoltare l’effetto finale, scritto con Musescore 3

    Dal link youtube potete andare su musescore e scaricare anche tutta la partitura completa!
  • Cosa? Perché ho scelto di insegnare musica?

    Molte persone, quando spiego che il mio lavoro con la musica è prettamente didattico, mi chiedono, o insinuano, se è perché non riesco a vivere soltanto suonando in giro, complice anche il fatto che è prassi, per molti artisti, darsi all’insegnamento come mezzo di sotsentamento da affiancare all’attività performativa. Tutti, ma proprio tutti, rimangono sempre colpiti dalla mia risposta.

    Io mi definisco un musicista atipico, non amo stare al centro dell’attenzione, non mi piace stare su un palco a farmi ascoltare anzi, difficilmente sono contento di stare sotto i riflettori, semplicemente perchè non mi definisco un performer. Anni fa avevo tirato su un gruppo Progressive Rock con alcuni amici, facevamo pezzi inediti e la maggior parte del lavoro lo facevo io; tuttavia durante le serate me ne stavo sempre indietro, facendo il meno possibile e delegando all’altro tastierista il ruolo, e il piacere, di suonare le cose più incisive, di impatto e che attirassero la gente.

     A me interessava vedere che i pezzi funzionavano, che gli arrangiamenti- che comunque completavamo tutti insieme- creavano l’atmosfera che ci eravamo prefissati. Me ne sarei potuto stare anche in disparte senza suonare e sarei stato contento ugualmente!

    Pechè? Perchè mi interessava il prodotto finito, vedere come veniva percepito dal pubblico, ascoltare il tutto e, non lo nascondo, creare e gestire tutta la parte prima delle serate o delle sessioni in studio di registrazione.

    La stessa cosa vale anche per l’insegnamento. Mi piace trasmettere e condividere ciò che ho imparato con altre persone, sono contento quando gli allievi mi fanno domande perchè sono curiosi di sapere sempre cose nuove e adoro ascoltarli quando mettono in pratica i frutti del tempo che hanno dedicato sullo strumento. Mi appaga. Nel suo significato più basilare, anche egoistico (perchè comunque tutti gli artisti sono un po’ narcisisti e tutti gli esseri umani sono mossi da una qualche forma di egoismo), ma il mio mondo è lì, con il lapis in mano sempre pronto a indicare cose nuove, a correggere gli errori e a scrivere , ogni giorno, pagine diverse.

    Danilo Sesti

Danilo Sesti
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